Ripensando alla giornata di ieri, la mia immaginazione mi mostra una piccola scatola, come quelle di cartone che si costruivano da bambini a scuola. Invece del presepe, fantastico un altro scenario dove in alto splende il sole nel cielo azzurro, sullo sfondo si staglia la chiesetta di Montorso e sul prato sono riunite tante persone dove al centro c’è Padre Berardo. Dentro alla scatola scorre una giornata speciale, come un piccolo Natale estivo in cui il ricordo diventa presenza e incontro.

Infatti Padre Berardo torna presente grazie alle parole di Padre Secondo durante la messa che ne disegna un profilo preciso e concreto. Riappare, tra i sorrisi e gli abbracci dei personaggi che ogni anno presenziano all’incontro. Si ripresenta con la sua poesia, quella che esprimeva nei testi come “San Francesco e il lupo” che é per me la preghiera più grande per ascoltare il proprio cuore. Riaffiora, negli occhi accesi di Luciana che mentre ci dirige nei canti, sprizza gioia da tutti i pori. Ci guarda storto, mentre ridacchiamo durante la messa per la posizione pericolante di un corista…(notare la colla nella mano della statua)… Si rinnova, nelle voci emozionate dei Vecchioni di Mariele nella prima volta di “Dolce sentire”.

È con noi, tra i tavoli durante il pranzo preparato da mani sapienti mentre un vento miracoloso rende il pasto e la convivialità perfetti. Fa capolino, quando salgo sul cubo improvvisato per una foto “all’altezza” con Valter. È testimone, nelle parole rassicuranti di Alessandra sulla mia fede offuscata.

Presenzia, come solo lui sa fare, nelle parole del signor Canale che ci regala un suo ricordo che gli costa dolore come “un pugno allo stomaco”.

È complice, del termine “appuntamento imprescindibile” che Giacomo finge di leggere sul copione per il concerto del coro “Vecchioni di Mariele” ma é tutta farina del suo sacco. Riaffiora nel sorriso di Maria Antonietta Ventre che anche quest’anno é riuscita ad organizzare a meraviglia la giornata mentre Donatella, defilata, fotografa i momenti salienti.

Padre Berardo, torna e aggiunge, inspiegabilmente, ogni anno, qualcosa.

Francesca Bernardi